Fino a 2 euro al mese in più su molte offerte. Vodafone “congelata” da Agcom. E a voi non resta che chiudere con i “big”.
L’estate sta finendo? Il “superprezzo” se ne va. E come ogni anno di questi tempi parliamo dei rincari sulle tariffe a linea fissa dei grandi operatori. Sì perché quelli sono sempre puntuali dopo aver detto addio alle ferie (ricordate il 2019?). E lo si nota quando l’estratto conto inizia a collezionare una sfilza di segni più sulla bolletta internet.
Il trucco è sempre lo stesso. Prima si svende il servizio, a costi troppo bassi per poterlo sostenere all’infinito, ma giusto il tempo per far credere che sia un’offerta irrinunciabile. E poi arriva la mazzata “invisibile”: aumenti di qua o di là dai 2 euro in su, o integrazione di servizi aggiuntivi (sempre a pagamento). Il tutto comunicato in via ufficiale durante il mese di agosto, quello dove l’attenzione alle comunicazioni di servizio è notoriamente ai minimi.
Se non sta bene, prego, cambiare operatore. Anche se di qua o di là, quando si tratta di grandi brand spesso vale la regola del “tanto sono tutti uguali”.
Stavolta tocca a Tim
Stavolta la regina degli aumenti è Tim. Dal 1° ottobre la linea fissa di molte tariffe sale tra gli 1,90 e i 2 euro al mese. Il primo scatto al rialzo vale per Tutto Voce, Tutto Voce con Sconto Fedeltà, Tutto Voce con Sconto Special e Voce senza limiti. Per Tutto Voce Superspecial e Linea ISDN, l’aumento sarà invece di 2 euro al mese.
E poi ci sono i rincari “nascosti”. Nei servizi accessori, “Chi è” vola da 3 a 4 euro al mese, mentre sale di 1,62 euro al mese l’affitto del modem e di 50 centesimi l’invio della bolletta cartacea.
Vodafone “in sospeso” dopo i contrasti con Agcom
Come sempre la domanda è una sola: ma c’è un perché? Se lo chiedete a loro, vi risponderanno che tutto è il risultato di “esigenze di carattere economico dovute anche al mutamento delle politiche commerciali“. Chiarissimo no?
La risposta vera ve l’abbiamo data qualche riga più in su: i prezzi lancio “stracciati” alla lunga sono insostenibili. Servono solo come specchietto per le allodole.
Un’altra dei furbetti dall’aumento facile è sempre stata Vodafone, che quest’anno però sembra aver scelto di stare buona. Sarà un caso? Non proprio: la compagnia ha sottoscritto un accordo con Agcom che la vincola a non esercitare rimodulazioni per i primi sei mesi dalla sottoscrizione di nuovi contratti. Avete letto bene: voi firmate a un prezzo, e loro ve lo bloccano, ma solo per un semestre. Poi via libera ai rincari, quelli sì davvero tutti intorno a te. E il bello è che questa “importante concessione” è arrivata solo dopo le parecchie questioni aperte con il Garante Comunicazioni, tipo la fatturazione a 28 giorni – coi rimborsi che ancora tardano – o la questione del modem libero. Che tanto libero non è.
Dite basta ai rincari. Per sempre e per davvero.
Di fronte ai continui aumenti, abbiamo due consigli da darvi. Il primo è molto semplice: cambiate operatore. Il recesso è sempre gratuito e la migrazione piuttosto semplice.
Il secondo però è quello decisivo: chiudete con i grandi operatori. Che sono davvero… “grandi par gnente” come si dice dalle nostre parti. Giocando con i prezzi sviliscono il reale valore di un servizio, e alla fine ti portano davvero a credere sconsolato che non c’è via d’uscita.
Non sono tutti uguali. Per fortuna.
E invece no, non sono tutti uguali.
Per esempio c’è un operatore che offre ogni servizio a prezzo bloccato realmente per sempre. E che ha mantenuto inalterati i canoni anche di fronte agli aumenti dell’Iva.
Un operatore che garantisce performance anche migliori (fibra fino a 1 Giga, profilo Fast di serie) rispetto a qualsiasi provider nazionale.
Un operatore di territorio, che risponde mettendoci la faccia e fa assistenza con persone reali. Non attraverso un call center sperduto chissà dove.
Un operatore che crede nei diritti della rete ultraveloce per tutti e nella diffusione di una vera cultura digitale, prima che nel solo fatturato.
Questo operatore si chiama Interplanet. E non ha bisogno di essere big per fare grandi cose.